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martedì 18 novembre 2025

Formare famiglie tradizionali

Santa Zelia Guerin e San Luigi Martin, genitori di Santa Teresa di Gesù Bambino
La Chiesa saggiamente ha sempre sconsigliato i matrimoni misti, cioè quelli che avvengono tra una persona appartenente alla Chiesa Cattolica e una di un'altra religione. In effetti se un coniuge non è cattolico potrebbero sorgere grossi problemi in famiglia, soprattutto al riguardo dell'educazione dei figli.

Penso che per i cattolici sia sconsigliabile sposarsi anche con coloro che pur essendo ufficialmente “praticanti”, tuttavia hanno aderito all'eresia modernista e compiono "compromessi al ribasso" su questioni morali, basti pensare ai tanti coniugi che limitano la procreazione della prole utilizzando gli anticoncezionali, il cui uso è contro natura e gravemente immorale (cfr. Enciclica "Casti Connubii" di Papa Pio XI).

Pensate al dramma di tutti quei cattolici che hanno sposato persone atee, comuniste, miscredenti, agnostiche, neopagane, adultere, irascibili, ubriacone, ecc. Deve essere un vero martirio stare assieme a una persona che vive calpestando i Comandamenti di Dio. Poveri anche i figli! Lo scopo principale del matrimonio consiste nel procreare ed educare cristianamente la prole. Ma se un coniuge vive come se Dio non ci fosse, come potrà adempiere questo gravissimo dovere? Per non parlare poi del rischio che il coniuge empio trascini al peccato anche il coniuge cattolico.

Sposarsi con una persona che ha aderito all'eresia modernista è un grosso pericolo, perché in genere i modernisti calpestano ogni sorta di Comandamento accampando giustificazioni senza fondamento. Pertanto, chi si sente chiamato da Dio alla missione di procreare nuovi cittadini del Cielo, cerchi di selezionare con molta prudenza il coniuge da sposare, altrimenti presto o tardi si pentirà di aver abbracciato lo stato di vita matrimoniale, come è capitato a tante persone, soprattutto donne, le quali in genere praticano più assiduamente la Religione rispetto agli uomini.

Pensiero del giorno

O Spirito Santo, infondi sempre più nel mio cuore l’olio della pietà e della dolcezza. 

Lo Spirito Santo, che mediante il dono della fortezza rinvigorisce il nostro cuore, mediante il dono della pietà vuole renderlo mite e soave. Noi stessi, esercitando la virtù della dolcezza, facciamo il possibile - e dobbiamo farlo a tutti i costi - per acquistare quella mansuetudine di cuore tanto raccomandata da Gesù e che, come Egli stesso ha detto, ha per frutto la pace interiore: «Imparate da me che sono mansueto ed umile di cuore, e troverete riposo alle anime vostre» (Mt. 11, 29). Tuttavia non riusciamo ancora a stabilirci in una dolcezza abituale, in una pace continua, tanto è vero che, di fronte a casi imprevisti, a contraddizioni, a torti, ad offese la dolcezza vien meno e la pace del cuore svanisce, almeno per qualche istante. Queste esperienze quotidiane, benché dolorose ed umilianti, sono salutari, giacché, molto meglio di qualsiasi ragionamento, ci fanno comprendere l'insufficienza dei nostri sforzi e l’estrema necessità dell’aiuto divino, aiuto che Dio stesso ha già stabilito di darci infondendo in noi il dono della pietà.


[Pensiero tratto da “Intimità Divina”, di Padre Gabriele di S. Maria Maddalena, pubblicato dal Monastero S. Giuseppe delle Carmelitane Scalze di Roma, imprimatur: Vicetiae, 4 martii 1967, + C. Fanton, Episcopus Aux.].

lunedì 17 novembre 2025

Quando un'amicizia è veramente cristiana, i frutti sono buoni

Spesso i mondani hanno una visione utilitaristica dell'amicizia: fin quando una persona fa comodo e procura dei vantaggi, allora coltivano l'amicizia, quando non fa più comodo, allora "scaricano" la persona "amica". Invece i seguaci di Gesù Cristo considerano l'amicizia come un "mettersi al servizio" della persona amata, come ci ha insegnato lo stesso Redentore Divino, il quale disse di essere venuto sulla terra per servire, non per essere servito. 

Viviamo in una società spietata nella quale ci si fa la guerra per cose da nulla, si sgomita, si calpesta il prossimo per il proprio vantaggio, ecc. Anche tra cristiani spesso avvengono cose scandalose, basti pensare alla feroce persecuzione che da decenni i modernisti stanno attuando contro i cattolici rimasti fedeli al Magistero perenne della Chiesa.

San Francesco di Sales raccomandava ai fedeli laici di trovare delle amicizie spirituali, con le quali incoraggiarsi vicendevolmente nella pratica delle virtù cristiane. La vita su questa terra è un continuo combattimento spirituale e a volte capita di sentirsi soli e scoraggiati. Ma se si hanno delle amicizie spirituali ci si aiuta e conforta a vicenda, rendendo più facile l'avanzata sulla strada verso il fine ultimo della nostra esistenza: la Santissima Trinità, unico Dio. Grazie al blog "Cordialiter" ho potuto stringere delle belle amicizie spirituali con varie persone che praticano la devozione, le quali mi sono di grande conforto. Per me è edificante vedere tanti fratelli e sorelle nella fede combattere con ardore la stessa battaglia per la santificazione delle anime e la maggior gloria di Dio. Quando un'amicizia è vera, cioè è fondata sulla virtù e la carità, essa nasce dallo Spirito Santo e i frutti sono deliziosi perché la devozione si riversa da un cuore all'altro e le anime avanzano insieme sulla via della perfezione cristiana.

Date et dabitur vobis

Don Bosco
Don Bosco soccorse varie volte i benefattori suoi quando caddero in qualche disgrazia. Due coniugi senza prole, per la costruzione della Basilica di Maria Ausiliatrice diedero a varie riprese forti somme. Erano arrivati a sei mila lire. Poi i loro affari andarono male ed essi rimasero nella miseria. Don Bosco, saputo che essi si trovavano a Milano e vivevano in una soffitta, andò a trovarli e volle restituire loro le sei mila lire. Questi non accettarono; piangendo dicevano che le avevano date in elemosina. « Ebbene — disse Don Bosco — ricevete dalla Madonna quello che le avete dato, nella misura del vostro bisogno ». E Don Bosco mandò loro ogni mese cento lire. Compiuta la restituzione delle sei mila lire, il marito morì, e la vedova fece un eccellente matrimonio e riprese a fare elemosina.


[Brano tratto da "Catechismo di San Pio X commentato con fatti, detti, sogni e scritti di San Giovanni Bosco", Volume 2°, Libreria Dottrina Cattolica, 1950].

Pensiero del giorno

Tra gli schiavi di satana ci sono pure tanti preti: chi vuole la sposa, chi cerca solo di arricchire non curandosi delle anime e chi si dà al bel tempo. Taluni di essi, che si credono "teologi", lavorano per rovinare il gregge fedele a Cristo con i problemi del dissenso, (...) non ammettono il soprannaturale e a dirlo con parole franche, sono la vera peste in seno alla Chiesa Cattolica.


[Pensiero di Don Giuseppe Tomaselli tratto dall'opuscolo "Il mondo di oggi sotto la schiavitù di Satana"].

domenica 16 novembre 2025

San Tommaso d'Aquino e le anime del Purgatorio

Dagli Scritti di Padre François Xavier Schouppe (1823-1904).


L'angelico dottore S. Tomaso d'Aquino, pure divotissimo per le anime, fu ricompensato con parecchie apparizioni, che furono conosciute per mezzo dell'irrecusabile testimonianza dello stesso illustre Dottore. Offriva egli in modo particolare le sue preghiere ed i suoi sacrifizi per i defunti che aveva conosciuti o che erano della sua parentela.

Quando era lettore di teologia all'Università di Parigi, perdette una sorella, che morì nel monastero di Santa Maria di Capua, di cui era badessa. Appena il santo conobbe la sua morte, con fervore ne raccomandò a Dio l'anima. Alcuni giorni dopo, essa gli comparve, scongiurandolo di aver pietà di lei, di continuare, anzi raddoppiare i suoi suffragi, perché crudelmente soffriva fra le fiamme dell'altra vita. Tomaso si diede premura di offrire a Dio tutte le soddisfazioni che poteva, e di più domandò i caritatevoli suffragi dei suoi amici. In tal modo ottenne la liberazione della sorella, venuta essa stessa a dargliene l'assicurazione. Poco tempo dopo, essendo stato inviato a Roma dai suoi superiori, gli apparve l'anima della sorella, ma questa volta, in tutto lo splendore del trionfo e della gioia. Reso famigliare colle cose soprannaturali, il santo non temette d'interrogare l'apparsa, e domandarle che n'era dei suoi due fratelli Arnaldo e Landolfo, anch'essi da qualche tempo morti. «Arnaldo è in Cielo, rispose l'anima, e vi gode un alto grado di gloria, per aver difesa la Chiesa ed il Sommo Pontefice contro le empie aggressioni dell'imperatore Federico. Quanto a Landolfo, trovasi ancora nel Purgatorio, ove soffre molto ed ha grande bisogno di soccorsi. Quanto a te, mio caro fratello, ella aggiunse, ti aspetta in Paradiso un posto magnifico, in ricompensa di quanto hai fatto per la Chiesa. Affrettati a dar l'ultima mano ai vari lavori che hai incominciato, poiché ben presto sarai unito a noi». Riferisce la storia che infatti il santo Dottore non visse più a lungo. Un'altra volta, lo stesso santo, facendo orazione nella chiesa di S. Domenico in Napoli, vide avvicinarglisi il confratello Romano, che a Parigi gli era successo nella cattedra di teologia. Il santo dapprima credette che arrivasse da Parigi, ignorando la sua morte; si alzò quindi, gli andò incontro e lo salutò, domandando notizie della sua salute e dei motivi del suo viaggio. «Non sono più di questo mondo, gli disse il religioso sorridendo, e per la misericordia di Dio già posseggo il Bene supremo: d'ordine suo vengo ad incoraggiarvi nei vostri lavori. - Sono in istato di grazia? Chiese subito Tomaso. - Sì, fratello mio, e le vostre opere, sono a Dio gratissime. - E voi avete provato il Purgatorio? - Sì, per quindici giorni, causa varie infedeltà; non prima sufficientemente espiate».

Allora Tomaso, sempre preoccupato da questioni teologiche, volle approfittare dell'occasione per rischiarare il mistero della beatifica visione; ma gli fu risposto con quel versetto del salmo 47: Sicut audivimus, sic vidimus in civitate Dei nostri: ciò che conoscemmo per mezzo della fede, vediamo coi nostri occhi nella città di Dio. Pronunziando quelle parole, sparve l'apparizione; lasciando l'angelico Dottore acceso dal desiderio dei beni eterni.


[Brano tratto da “Il dogma del Purgatorio”, di Padre Francesco Saverio Schouppe, traduzione di Don Antonio Buzzetti, tipografia e libreria San Giuseppe degli artigianelli, Imprimatur: Taurini, die 7 Aprilis, 1932, Can. Franciscus Paleari, Provic. Gen.].

Pensiero del giorno

Durante la giornata si mantenga più che sia possibile raccolta ed unita al Signore, con qualche buon pensiero e santo affetto, e con qualche devota giaculatoria.


(Brano tratto dagli scritti di Padre Felice Maria Cappello, 1879-1962).

sabato 15 novembre 2025

Una marea di soldi sprecati per una serata mondana!

Don Bosco
San Giovanni Bosco era molto esigente con i ricchi, perché con le loro ricchezze avrebbero potuto fare un gran bene alle anime, finanziando le opere di apostolato, invece spesso facevano poco o nulla per la maggior gloria di Dio. Lui che faceva un gran bene alle anime dei fanciulli, purtroppo era spesso assediato dai debiti che aveva contratto per sostenere i suoi oratori o per costruire nuove chiese. Ah se i benestanti dell’epoca lo avessero aiutato maggiormente, quante anime in più avrebbe potuto salvare! Dovranno rendere stretto conto a Dio coloro che potevano fare del bene alle anime con i propri averi e non fecero abbastanza!

Al riguardo della spilorceria di certi ricconi nel finanziare le opere caritative e apostoliche, un giorno Don Bosco raccontò che gli era stato riferito che a Torino un signore molto facoltoso aveva organizzato una serata di festa che, da chi gli parlò di questa veglia mondana, venne descritta come stupenda, magnifica e regale. Don Bosco domandò quale fosse stato il costo di tutto ciò. Il suo interlocutore gli rispose che costò 70.000 lire, che a quei tempi era una somma ingente di denaro. Al sentire ciò Don Bosco esclamò: “70.000 lire in una veglia! Oh cecità umana! Con 70.000 lire si sarebbero potuti accogliere 70 giovanetti, farli studiare, e forse regalare alla Chiesa 70 Sacerdoti, i quali col divino aiuto avrebbero col tempo guadagnato a Dio migliaia di anime. E badate che quel signore poche settimane prima era stato pregato che volesse pagare per tre mesi la pensione a un povero giovane da ricoverarsi in un istituto, e vi si era rifiutato! Certamente Iddio a suo tempo domanderà conto di quella serata! Vedete come si fa oggidì per rendersi inabili alle opere di beneficenza?”.

Purtroppo anche ai nostri giorni ci sono tanti “cattolici”, non solo tra calciatori, attori famosi e ricchi imprenditori, che sprecano un sacco di soldi per cose inutili, mentre poi fanno poco o nulla per finanziare le opere di apostolato per salvare le anime che costarono il sangue di Cristo sulla Croce del Golgota.

Pensiero del giorno

[...] il Modernismo d'oggi salva tutto il Cristianesimo, i suoi dogmi e la sua organizzazione, ma lo svuota tutto e lo capovolge. Non più una religione che venga da Dio, ma una Religione che viene direttamente dall'uomo ed indirettamente dal divino che è nell'uomo [...].

[Pensiero tratto dal diario di Mons. Luigi Carlo Borromeo (1893 – 1975), vescovo di Pesaro].

venerdì 14 novembre 2025

L'amore è "disordinato" quando calpesta la Legge di Dio

Mi dispiace molto constatare che, diverse persone che conosco, stiano facendo delle scelte errate in campo sentimentale, correndo il rischio di pregiudicare la salvezza eterna delle loro anime.

Penso ad esempio ad una mia cara amica veneta. C'eravamo conosciuti quando eravamo studenti, in occasione di un campo estivo al quale partecipavano ragazzi di varie regioni d'Italia. Frequentava un liceo classico di Padova ed essendo una ragazza intellettualmente interessante era possibile dialogare piacevolmente con lei su vari argomenti non frivoli. Poi ci siamo rivisti altre due volte in occasione di altri campi. Successivamente abbiamo perso i contatti e non ci siamo più sentiti per molti anni. Tempo fa ha trovato il mio indirizzo e-mail e mi ha ricontattato per darmi una notizia funesta riguardante un nostro amico. Abbiamo avuto un interessante scambio di idee e ci siamo aggiornati sulle nostre scelte di vita. Purtroppo mi ha detto che da diversi anni convive col suo compagno. Ciò mi dispiace molto, perché mette a repentaglio la salvezza eterna della sua anima. Sarebbe stato meglio per lei se non si fosse mai innamorata di quell'uomo che non l'ama in modo conforme al volere del Signore.

Alcuni potrebbero dire: "Che male c'è se si amano e convivono?". A costoro potrei rispondere dicendo che l'amore può essere "ordinato" oppure "disordinato". È "ordinato" quando rispetta l'ordine stabilito da Dio, mentre è "disordinato" quando calpesta la Legge Eterna del Signore. Convivere "more uxorio" va contro ciò che Dio ha stabilito per nostro bene, pertanto si tratta di un amore disordinato. Lo stesso discorso vale per i fidanzati che, pur non convivendo, si prendono dei piaceri carnali che per loro natura sono riservati solo ai coniugi. Perché rischiare di andare all'inferno eterno per dei brevi piaceri che svaniscono come fumo al vento? Dio è un bene infinito, non possiamo permetterci di perderlo per nessun motivo al mondo.

Pensiero del giorno

Sento da più parti, che il Signore desidera una riforma nel Clero e negli Ordini Religiosi. La veste canonica c'è, ma sotto questa veste, talora c'è poco spirito! La vera crisi sta tutta qui.


(Cardinale Ildefonso Schuster)

giovedì 13 novembre 2025

Fiorellini recisi

Dagli scritti di Don Giuseppe Tomaselli (1902-1989).


Non molto distante dal campo dei Caduti è il tratto di Cimitero riservato ai bambini. Piccoli loculi se ne vedono abbastanza. Il segno religioso che spicca di più su queste tombe è la figura dell'Angelo, o in miniatura o in bassorilievo o al naturale.

E quale simbolo più appropriato di questo? Anime innocenti, santificate dalle Acque Battesimali, simili a candide colombe hanno spiccato il volo al Cielo, anelando la vista del Creatore e la compagnia degli Angeli!

A contemplare tutti i piccoli ritratti... davanti a volti sorridenti e paffutelli... sorge spontaneo il pensiero: E' stato un bene o un male la morte prematura di tanti pargoletti? Perchè venire in questo mondo senza un compito da assolvere, anzi morire prima di conoscere il mondo?

I decreti di Dio sono imperscrutabili! Tuttavia, poichè questa vita terrena è preparazione all'eterna, è stato necessario che questi bambini venissero all'esistenza e che, prima ancora di essere messi alla prova, fossero trapiantati in Cielo, non per virtù propria, ma per l'applicazione dei meriti di Gesù Cristo Redentore. La morte di un pargolo è festa, perchè corrisponde all'ingresso di un Angioletto in Cielo. Per questo i funerali dei piccoli non sono a lutto. Le campane suonano a festa [...], la Messa Cantata è festiva, il carro e la piccola bara non portano i segni del lutto...

Cari bambini, qui sepolti, non vi compatisco; un senso di santa invidia mi pervade l'anima! Invidio la vostra sorte, non per disprezzare la vita che il Creatore si degna concedermi, ma perchè voi avete già conseguita l'eterna felicità, mentre io, quantunque Sacerdote, per assicurarmi il Paradiso devo passare i giorni nella giustizia e vivere con timore e con tremore, poichè in un attimo potrei prevaricare e dannarmi.

Lodate, o pargoli, il Signore e benedite in eterno il suo santo nome!


[Brano tratto da "I nostri morti - La casa di tutti", di Don Giuseppe Tomaselli, imprimatur: Catanae die 3 novembris 1953, Can. Nicolaus Ciancio, Vic. Gen.].

Pensiero del giorno

Oh se noi sapessimo affidare a Dio con piena fiducia lo sviluppo della nostra vita, se sapessimo confidare nella sua bontà, quante ansie risparmieremmo al nostro mortale pellegrinaggio! Se avessimo fede nell'infallibile attività della preghiera, con quale ardore pregheremmo, anche quando ci sembra di non vedere i frutti delle nostre suppliche!

(Pensiero tratto dal commento di Don Dolindo Ruotolo al Libro della Genesi)

mercoledì 12 novembre 2025

Una grave malattia aiutò Maristella a convertirsi a Dio

I modernisti hanno una visione immanentista (cioè "poco soprannaturale") della vita, pertanto non riescono a spiegarsi per quale motivo nel mondo ci sono le malattie mortali. Invece noi cattolici legati alla Tradizione sappiamo che nulla nella vita capita per cieco caso, ma tutto è disposto da Dio in vista di un bene maggiore. Ad esempio, anni fa, grazie a un cancro, Maristella si è convertita e ha cominciato a vivere il cristianesimo in maniera fervorosa. Su questo ed altri argomenti ne ha parlato diversi anni fa in una lunga e interessante intervista che vi ripropongo di leggere.


- San Paolo Apostolo, Sant'Alfonso Maria de Liguori, Santa Teresa d'Avila e tanti altri santi desideravano morire per poter unirsi finalmente con Cristo. Anche tu mi hai confidato che speri di morire per unirti con Dio. Non ti dispiace lasciare i parenti, gli amici e i beni materiali?

- Da quando mi sono convertita desidero la Presenza di Dio, stare con Lui. Capisco che lasciando questo mondo per mezzo di Sorella Morte, andrei incontro a Lui, fra le Sue braccia. Io attendo con impazienza questo momento, tuttavia mi affido docilmente alla Sua volontà. Temo solo di non essere pronta, e allora prego il mio dolce Signore. Dei beni materiali non faccio alcun conto, a questo mondo tutto passa; gli amici e i parenti invece so che non li perderò mai. In Dio tutto resta e tutto porta frutto.

- Alcuni anni fa i medici ti avevano diagnosticato un cancro, ma grazie a Dio è stato debellato. In quegli anni di lotta contro il tumore hai avuto paura di morire? Sapendo che rischiavi seriamente di morire, in che ottica vedevi le cose passeggere della vita?

- Quando mi dissero che avevo un cancro il mondo mi crollò addosso. Restai attonita, stordita. Pensai che la mia vita sarebbe finita presto, come ombra che passa. Il Signore misericordioso mi venne a prendere nell’abisso della paura, del dolore e della rabbia. La mia vita ebbe una svolta improvvisa; cambiò la mia scala di valori e di priorità. Mi sembrò di uscire da un tunnel, da una galleria e di vedere finalmente la luce.

- Pensavi anche al giudizio particolare che avresti dovuto affrontare nel primo istante della morte?

- Ora realizzo che se fossi morta allora, sarei stata persa per sempre. Quanta pazienza ha il Signore Dio con noi poveri peccatori! Quante volte ci chiama, ci fa udire la Sua voce! Sta a noi rispondere, nella libertà, e afferrare la Sua mano che ci rialza da terra. Riprendere il cammino dicendo “Eccomi, Signore! Parla, la tua serva ascolta”.

- Prima della malattia vivevi mondanamente, ma per mezzo del cancro il Signore ti ha convertito. A volte senti “nostalgia” della vita “poco religiosa” del passato?

- Vivevo lontana da Dio, non ero felice; mi capitava spesso di inquietarmi, di essere nervosa e triste. Sono felice della vita di adesso, tranquilla e serena nella Presenza del Signore. Ringrazio il cancro che mi ha permesso di incontrare Dio e benedico la malattia che mi ha messa sulla Sua strada.

- Quando la mattina ti svegli, il tuo primo pensiero va a Dio o alle cose materiali del mondo?

- Prima di addormentarmi e appena sveglia nel mio cuore mi intrattengo con Gesù e con Maria. Se mi capita di dimenticarmi, chiedo perdono e subito torno con il pensiero al dialogo interrotto. E’ meraviglioso addormentarmi pensando a un Dio misericordioso, alla Mamma che dal cielo ci custodisce, a tutti gli Angeli, ai Santi e a tutti i morti in stato di grazia che mi hanno voluto bene e vegliano su di me. Dormo serena e mi sveglio felice, piena di energia anche se le ore di sonno sono poche.

- Quando eri ragazzina sognavi di fare la scrittrice, ma poi hai intrapreso un altro percorso formativo e adesso svolgi un lavoro diverso da quel che immaginavi in gioventù. Tuttavia dall'estate del 2015 ho cominciato a pubblicare molti dei tuoi scritti sul blog (diverse persone mi hanno confidato di apprezzare ciò che scrivi). Sei contenta di essere riuscita per mezzo del blog a realizzare il tuo sogno di trasmettere qualcosa al prossimo per mezzo dei tuoi scritti?

- Se le mie povere parole possono fare del bene, dare conforto e speranza a qualche anima, io ne sono felice. Se sono di impaccio, chiedo perdono. Domando al Signore di poter essere Suo strumento, di poter fare sempre la Sua volontà.

- Diverse volte mi hai detto che apprezzi tantissimo il mio blog. Quali sono i post che preferisci maggiormente: quelli “battaglieri” contro la peste modernista, oppure quelli di carattere più spirituale e ascetico?

- Il blog mi piace moltissimo, trovo che sia unico. Come armoniosamente si alternano le stagioni così anche la varietà di contenuti. Leggo sempre volentieri tutto: tuoi contributi e quelli dei collaboratori, i brani scelti di teologia morale, e qualche testo in cui si affermano in modo energico i valori della nostra Fede. La mia anima se ne nutre e se ne disseta. Soprattutto apprezzo lo sprone a fare il bene, le buone parole di incoraggiamento e il grande rispetto verso i Sommi Pontefici.

- Molti cattolici fedeli alla Tradizione hanno una devozione speciale per l'indimenticabile Arcivescovo di Milano, il Beato Cardinale Ildefonso Schuster, deceduto nel 1954. I milanesi anziani ti hanno mai parlato di lui? Che ricordo ne hanno?

- Quando ero bambina mia nonna e le sue sorelle mi parlavano spesso di questo cardinale Schuster con grande devozione: negli anni sanguinosi della guerra aveva sempre aiutato e confortato la popolazione milanese, salvando moltissime persone da condanne a morte. Si era trovato in mezzo a situazioni terribili. Non aveva paura di nessuno, tanto da pronunciare omelie di severe reprimende verso il potere. Era un Santo, un uomo di Dio mandato dalla Provvidenza divina! Ecco cosa mi ripetevano mostrandomi la sua immagine. 

- Certe persone vivono il cristianesimo in maniera accigliata, non sorridono quasi mai, e col prossimo sono spesso aspre, acide e severe. Tu invece cerchi di vivere il cristianesimo in maniera gioiosa. Ma con tutte le cose tristi che accadono nel mondo, come fai a conservare il buon umore e ad essere gioviale col prossimo?

- Il Signore ci ha fatto una promessa “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Matteo 28, 20). Come potrei triste sapendo che Gesù è sempre con me? Io lo vorrei dire a tutti, lo vorrei gridare al mondo. Cerco di testimoniare la mia Fede nella vita: penso che un viso sorridente, tanta pazienza e qualche buona parola possano portare Gesù alle persone che mi circondano.

- A Milano che significa dire a una persona che è una “gioppina”? Perché alcuni ti accusano di essere tale?

- “Gioppino” è una maschera bergamasca, un burattino: raffigurava la persona rozza ma di buon cuore. Ora “fare il gioppino” viene detto a chi fa il burlone, a chi scherza. Alle volte mi rendo conto che le persone che mi circondano sono tristi. Pur essendo molto timida cerco di portare un sorriso e un briciolo di allegria. Molti apprezzano, qualcuno critica e mi dice che “faccio la gioppina”. Amo l’allegria buona, sana, veramente cristiana. Come diceva San Giovanni Bosco “Vivete pure nella massima allegria, purché non facciate peccato”.

- La solitudine e il silenzio ti fanno paura, oppure ti aiutano a raccoglierti interiormente e a vivere “alla presenza di Dio”, dialogando nel segreto del tuo cuore (orazione mentale) con Gesù e Maria?

- Amo moltissimo la solitudine e il silenzio. Posso stare ore in raccoglimento, in uno stato dolcissimo di orazione mentale. Alle volte ricevo il dono delle lacrime, per un dolore e una letizia che si mescolano. Altre volte nel silenzio riesco a percepire la delicata voce del Signore.

- Molta gente non vede l'ora che arrivi il “week-end” per poter andare in discoteca e in altri locali mondani. Quando vivevi lontano dal Signore ti piacevano questi luoghi di “divertimento”?

- Da ragazza andai un paio di volte in discoteca e non mi piacque: musica assordante (tanto da avere fastidio alle orecchie per un paio di giorni!), buio e luci intermittenti, molta confusione. Ho sempre amato il silenzio, passeggiare nella natura. Mi incanto a guardare le braci nei camini, il grano che ondeggia con il vento, le nuvole nel cielo, le stelle, la neve e la pioggia che cadono. 

- Tra i libri spirituali che hai letto, quali ti hanno edificato in maniera particolare?

- Leggo molti libri spirituali da sempre. In questi ultimi mesi ho ricevuto molto conforto da Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, San Francesco di Sales… ma soprattutto rileggendo e meditando le “Confessioni” di Sant’Agostino.

Papa Pio XII con le braccia alzate
- In questo periodo stai organizzando il trasloco in un'altra casa, e stai approfittando dell'occasione per buttare via molti vestiti che avevi comprato quando vivevi in maniera mondana. Li stai buttando perché erano ormai vecchi oppure perché erano “troppo appariscenti” e non conformi agli insegnamenti del grande Papa Pio XII sul modo di vestire delle donne cristiane?

- Noi donne abbiamo grandi doni e responsabilità: il nostro aspetto fisico mostrato in modo sconveniente può suscitare pensieri impuri negli uomini che ci osservano. Quando me ne sono resa conto, aiutata anche dall'avanzare dell’età che porta un briciolo di saggezza in più, ho eliminato ciò che era troppo appariscente. Ora mi vesto in modo semplice, rispettando il mio corpo “tempio dello Spirito Santo” (1 Cor. 6,19) e la sensibilità delle persone che incontro.

- Ho visto che hai una felpa con l'immagine di San Michele Arcangelo. Come ti è sorta l'idea di realizzare un capo d'abbigliamento cristiano?

- Negli ultimi anni si sta diffondendo un modo di vestirsi “poco cristiano”: abiti che lasciano vedere anziché coprire… addirittura mi è capitato di vedere maglie con l’immagine di croci capovolte. Così mi è sorto il desiderio di un capo di abbigliamento che testimoniasse la mia Fede. Ho cercato una bella immagine di San Michele Arcangelo, principe delle milizie celesti, e la preghiera che gli viene dedicata. Ho lavorato con le immagini e poi ho fatto stampare su una felpa l’immagine sul davanti e la preghiera sul retro. Molti hanno apprezzato questa mia scelta e qualcuno vorrebbe capi simili per sé e per la famiglia. Ovviamente non sono mancate le critiche e le derisioni. Ma io sono estremamente soddisfatta e orgogliosa della mia felpa.

- Ci sono molti siti internet che si definiscono cattolici, ma che invece di produrre frutti buoni (come tutte le opere che sono conformi al volere di Dio) producono frutti cattivi (dubbi sulla fede, sconforto, tristezza, rancore, disfattismo, ecc.), dimostrando così di non essere opere conformi al volere del Signore. Hai notato anche tu che ci sono siti del genere?

- Ci sono siti internet che affermano di ispirarsi valori della Tradizione cattolica ma poi “scivolano” pubblicando offese e parole brutte contro i Sommi Pontefici [persino contro l'angelico Papa Pio XII, n.d.r.]. Alcune persone, leggendo questi testi, provano sconforto e rancore; così pronunciano giudizi temerari e oltraggi. Io mi allontano da questi siti, mi limito a pregare per queste persone.

- Apprezzo molto i tuoi scritti che mi hai concesso di pubblicare sul blog, perché mi edificano l'animo, mi trasmettono devozione e mi spronano a proseguire con gioia il cammino di fede. Tutti i cristiani, anche i fedeli laici, hanno il dovere di diffondere la fede, cioè di fare apostolato, ciascuno secondo le proprie capacità e possibilità. Se i tuoi impegni lavorativi e familiari te lo permetteranno, hai intenzione di continuare con questa piccola opera di apostolato che stai praticando per mezzo del blog?

- Io sono lieta di poter aiutare e collaborare in questo modo, spero che le mie piccole parole possano dare aiuto e conforto alle anime che “hanno sete di Dio”. Chiedo al Signore il dono di poter essere un Suo umile strumento: se Lui mi chiede di continuare a scrivere, lo farò molto volentieri. Chiedo a te, a tutti, preghiere, che io contraccambio con tanto affetto. Creiamo un movimento di preghiera, che possa brillare in questo mondo minacciato dalle tenebre.



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Pensiero del giorno

Santissima Trinità
Quando l'anima nostra, illuminata dalla fede, si ripiega su sè stessa, sente un vuoto immenso che nulla può colmare: nulla tranne l'infinito, tranne Dio: "Fecisti nos ad te, Deus, et inquietum est cor nostrum donec requiescat in te". Sospira quindi a Dio, all'amor divino, alla perfezione, come il cervo sitibondo sospira la fonte d'acqua viva [...]. E poichè sulla terra questo desiderio non è mai intieramente appagato, restandoci sempre da progredire verso l'unione divina, ne segue che, se non vi mettiamo ostacoli, andrà continuamente crescendo.


[Brano tratto da “Compendio di Teologia Ascetica e Mistica”, di Padre Adolphe Tanquerey (1854 - 1932), trad. P. Filippo Trucco e Can.co Luigi Giunta, Società di S. Giovanni evangelista - Imprimatur Sarzanæ, die 18 Novembris 1927, Can. A. Accorsi, Vic. Gen. - Desclée & Co., 1928].